Francesco Petrarca, Canzoniere 132
S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento?
Ma s’egli è amor, perdio, che cosa et quale?
Se bona, onde l’effecto aspro mortale?
Se ria, onde sí dolce ogni tormento?
S’a mia voglia ardo, onde ‘l pianto e lamento?
S’a mal mio grado, il lamentar che vale?
O viva morte, o dilectoso male,
come puoi tanto in me, s’io no ‘l consento?
Et s’io ‘l consento, a gran torto mi doglio.
Fra sí contrari vènti in frale barca
mi trovo in alto mar senza governo,
sí lieve di saver, d’error sì carca
ch’i’ medesmo non so quel ch’io mi voglio,
et tremo a mezza state, ardendo il verno.
Francesco Petrarca, Canzoniere 132
S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento?
Ma s’egli è amor, perdio, che cosa et quale?
Se bona, onde l’effecto aspro mortale?
Se ria, onde sí dolce ogni tormento?
S’a mia voglia ardo, onde ‘l pianto e lamento?
S’a mal mio grado, il lamentar che vale?
O viva morte, o dilectoso male,
come puoi tanto in me, s’io no ‘l consento?
Et s’io ‘l consento, a gran torto mi doglio.
Fra sí contrari vènti in frale barca
mi trovo in alto mar senza governo,
sí lieve di saver, d’error sì carca
ch’i’ medesmo non so quel ch’io mi voglio,
et tremo a mezza state, ardendo il verno.
Francesco Petrarca, Canzoniere 132 bis
“S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento?”
Si domandava, colto all’improvviso,
Fabio, da quell’amabile sorriso…
“Cos’è questo sottile turbamento?”
“Perché mi guarda?… Ho un presentimento.
Perché soltanto lui, perché sì fiso?”
Si disse Sandra, volgendogli il viso,
colta da imprevedibile sgomento.
Chissà, com’è, perché il tango argentino,
nel ritmo travolgente della danza,
gli animi spinge allo stesso destino?…
Per gli sposi d’aprile una vacanza
di miele i versi intendono augurare,
per Sandra e per Fabio, pronti a salpare.
Con tanti auguri, da Francesco Petrarca.
Giuseppe Billanovich (1913-2000), autore del più noto studio sul Petrarca: Petrarca letterato. Lo scrittoio del Petrarca (Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1947) non credeva ai propri occhi, quando scoprì che Petrarca aveva conservato, nel suo scrittoio di Arquà, in un cassetto rimasto segreto fino al 1947, una variante del celebre sonetto 132: S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento? dedicato agli effetti dell’amore: un tema presente nella poesia d’amore fin dai tempi di Saffo e di Catullo.
Non si sa bene chi siano stati i due personaggi nominati, Sandra e Fabio; probabilmente due amici del poeta che stavano per sposarsi dopo un incontro avvenuto, quasi per caso, in una festa da ballo. Risulta misterioso come il Petrarca abbia potuto citare l’Argentina, 150 anni prima che Colombo ne rivelasse l’esistenza all’Occidente europeo. Ma sappiamo che i Templari, che il Petrarca ha certamente conosciuto nel suo soggiorno in Francia, avevano probabilmente già raggiunto il continente americano.
Il sonetto è datato 30 gennaio 2018. Petrarca aveva allora 714 anni.